012

regia/coreografia: C&C
con: Carlo Massari, Chiara Taviani
collaborazione sonora Mauro Montalbetti
scenografie e costumi: Emanuela Dall’Aglio
co-produzione UOT_unità di organizzazione teatrale/ Residenza Idra di Brescia

distribuzione:
info@associazioneuot.it – tel. 346 6716151

info compagnia e tour:
www.ceccompany.org

 


 

Quelles scènes si on annonçait demain la fin du monde?’
Paul Léautaud, Journal Littéraire

012 è una formula, un’ipotesi, una predizione. Semplicemente la fine del mondo, la fine di una era, la fine di un progetto, di un programma, di uno spettacolo, della vita.
All’alba di questa ipotetica apocalisse, di questa inevitabile accettazione, ci rivolgiamo verso l’essere umano, nudo e crudo, posto di fronte a una paura esistenziale, o a una liberazione subliminale della propria anima.
Quale la reazione di fronte alla paura della fine?
Immaginiamo un bunker, un minuto o un mese prima. Immaginiamo una famiglia, un’impresa, una costruzione di fronte all’interruzione.
Parliamo qui di un fenomeno, di un’ideologia attuale, pensiero comune; lo smitizziamo, o forse per niente, dato che ci riguarda in prima persona. Cerchiamo di inquadrare quella paura, di afferrarla, ci informiamo.
Forse è un modo per affrontare una crisi più sociale che economica.
Siamo in quest’opera, spie d’intimità e ricercatori di autenticità nelle reali reazioni fisiche.
Data la nostra modalità di lavoro che parte dalla presa in esame e coinvolgimento attivo della società e dello spazio circostante all’interno della creazione, 012 prevede la presenza, accanto ai due attori-danzatori, di un bambino (dai 6 ai 12 anni) cercato e scelto appositamente sul luogo della residenza tramite seminari tenuti nelle scuole e centri d’aggregazione per l’infanzia; un’ottima opportunità per rendere partecipi le realtà locali e una meravigliosa occasione di avvicinare i giovani a nuovi linguaggi artistici di comunicazione extra-verbale.
Questo nuovo progetto conferma la volontà della compagnia C&C di ricercare un linguaggio fisico in stretta relazione con la società contemporanea e nel quale l’individuo possa costantemente riconoscersi; un uso del corpo insistente che racconta di un fenomeno attuale in modo diverso: una percezione familiare di fronte ad una fine simbolica (?).
La fine del mondo è un pretesto. Passeranno gli anni e continueremo ad aver paura, continueranno a rinnovare l’annuncio di una fine mondiale con qualche avvistamento di asteroidi o con qualche surriscaldamento globale… Ne troveranno sempre una nuova e per una frazione di secondo ci crederemo tutti.
La paura ci rende stranamente solidali, vicini tra noi; non rimane niente se non il nucleo familiare con il quale fare i conti. Affrontiamo tutto quello che abbiamo costruito nel nostro rassicurante salotto, facendo appello alla più grande fonte di sopravvivenza: la nostra immaginazione.
Resistere insieme. Poiché tutto è la fine del mondo, soprattutto le cose più belle.


Progetto: Una delicata operazione artistica che si vuole porre a confronto con un pubblico eterogeneo; uno spettacolo attuale e altamente riflessivo che tenta realmente di parlare a un pubblico di tutte le età di problematiche contemporanee.
Il progetto prevede al suo interno la presenza di un bambino, scelto di volta in volta nelle diverse città che ospiteranno la residenza, che affiancherà i due performer nella messa in scena dello spettacolo. Nella ricerca ci si rivolge a minori in età scolare compresi tra i 6 e i 12 anni di età, con predisposizione ed interesse alle discipine artistiche del teatro e danza.
La ricerca comincerà sin dal primo giorno di residenza con seminari, laboratori e incursioni in edifici scolastici ed altri luoghi di aggregazione giovanile; la compagnia lavorerà al fine di scegliere un bambino/ragazzo che, dopo un lavoro fisico quotidiano in stretta relazione con la compagnia fatto di improvvisazioni, creazione coreografica, ideazione drammaturgia prenderà parte alla replica dello spettacolo realizzata nel luogo della residenza.

Tempi: Dai tre giorni ad una settimana di creazione così distribuita:
Primo giorno – Ricerca e selezione del bambino, effettuate attraverso un laboratorio di teatro fisico della durata di 2 ore (più volte in un giorno) all’interno di scuole e centri di aggregazione giovanile; conseguente scelta del candidato idoneo.
Dal secondo al sesto giorno – Prove e creazione con il ragazzo per tre ore al giorno (orario pomeridiano concordato in base agli impegni scolastici ed attività extrascolastiche).

Primo Tentativo:
Il progetto ha già affrontato una prima fase di ricerca realizzatasi nel dicembre 2012 nel corso di una residenza artistica ospitata da UOT_unità di organizzazione teatrale, presso il Teatro alla Corte di Giarola – Collecchio (Pr).

Dopo una serie di seminari nelle scuole di Collecchio (PR), la compagnia ha selezionato un ragazzo di 11 anni che ha seguito il training della compagnia per 8 giorni. Le prove si sono svolte assecondando gli impegni scolastici ed extrascolastici del ragazzo, per un totale di 24 ore di prove; il ragazzo ha debuttato nello spettacolo il 21 dicembre 2012 in un mattinée ed un serale al Teatro alla Corte.
In seguito è stato proposto nella rassegna Wonderland di Brescia. Co prodotto dallo Spazio Idra, la compagnia ha incontrato un nuovo bambino ed ha elaborato una nuova partitura fisica ed un allestimento creato appositamente per lo spazio.
Il progetto per ora rimane uno studio, e rimarrà sempre un progetto itinerante e in divenire poiché si evolverà e cambierà ogni volta in base allo spazio di residenza e alle attitudini e fisicità del bambino scelto nelle diverse città.La compagnia ha comunque costruito una solida partitura coreografica adattabile di volta in volta. L’inserimento del bambino è un progetto molto delicato, che necessita di un tempo di residenza minimo di 3 giorni. L’obiettivo è creare uno spettacolo intercambiabile ma fortemente personale. 012 è un progetto che sotto intende una profonda ricerca di linguaggio fisico tesa al coinvolgimento del terzo elemento e alla elaborazione di uno spettacolo finale di alta qualità.

 

video promo

 

C&C è la collaborazione tra due artisti indipendenti; Carlo Massari (84) e Chiara Taviani (85). Si incontrano nella compagnia Balletto Civile di Michela Lucenti nel 2010.
Nel 2011 nasce il primo spettacolo “Corpo e Cultura”(2011), ne seguono “012”(2012), “Maria Addolorata”(2013) e “Tristissimo” (2014). Hanno presentato il lavoro in diversi festival nazionali ed internazionali; Be Festival (Uk),Tanzimpulse (Au), Accidental Festival (Uk), Lucky trimmer (D), Wonderland (It), Fuori Luogo (It), Quinzena de dança de Almada (P), Mc 11 Paris (Fr), Edinburgh Fringe Festival, Manipulate dance Festival (Uk) …
Premiati e riconosciuti in diverse occasioni :
Premio Palco Aperto/Pim OFF (It), Prix du Jury HiverOclytes/Les Hivernales (Fr), 2nd price International Competition for choreographer in Hannover (D), 2nd premio alla coreografia Corto in Danza (It), 2nd price of the Jury Zawirowania Dance competition in Warsaw (Pl), Audience Price in Khonzert Theatre Berne Suisse (Ch).

 


  • foto: Pietro Bertora